Primarie Municipio IX, Titti Di Salvo: “Il territorio non va amministrato come un’isola”
Dalla CGIL Nazionale alla Camera, la candidata del PD vanta importanti esperienze istituzionali. Di Salvo: “Bisogna avere una visione complessiva per amministrare bene”.
[Intervista pubblicata il 10 giugno 2021 su Roma Today]
Titti Di Salvo è una delle big che il Partito Democratico ha messo in campo per le primarie municipali. Cresciuta nella CGIL, ha ricoperto incarichi importanti anche a livello parlamentare, passando da SEL al Partito Democratico di cui è stata anche vicepresidente alla Camera.
Lei viene dal mondo del sindacato e dalla politica nazionale. Cosa l’ha spinta ad accettare una candidatura in un ente di prossimità come il municipio?
Nel 2018, al termine della legislatura, sono entrata nella segreteria romana del PD. L’ho fatto seguendo le deleghe sui temi a cui ho dedicato la mia attività, dalla produzione all’innovazione. Lo dico perchè vorrei premettere che la scelta di dedicarmi a questa città non è maturata in occasione di queste elezioni. Questa candidatura, piuttosto, la vedo poi come la chiusura di un cerchio. Da sindacalista ho incominciato la mia carriera occupandomi dei problemi delle persone con l’obiettivo di risolverle. E con la stessa motivazione, oggi, mi candido alle primarie del Municipio IX.
L’attuale amministrazione municipale, targata 5 stelle, come sa ha perso diversi consiglieri e non ha più la maggioranza. Quali sono i principali errori che a suo avviso sono stati commessi?
Io credo che ci siano stati errori di metodo e di sostanza. Una buona amministrazione deve essere fondata su cura, confronto e competenza e nel Municipio IX queste tre cose sono mancate. Mi chiedo peraltro come si faccia ad approcciarsi ad un territorio così diversificato, in cui convivono il reddito medio più alto di Roma ed alcune aree di fragilità sociale, senza puntare sul confronto con associazioni di rappresentanza e comitati di quartiere. Altro che vetro, questa amministrazione cinque stelle a me è sembrata cementata. Per quanto riguarda la competenza, io credo che la si dimostri quando si mette a frutto l’intelligenza collettiva, che si fa esprimere facendo interagire le realtà del territorio. Invece a me è sembrato che questo municipio, senza questo ruolo di collegamento istituzionale, sia stato amministrato come fosse un’isola.
Lei, mi corregga se sbaglio, a differenza degli altri competitor delle primarie non proviene da questo territorio. Quali ritiene che siano i punti di forza della sua candidatura?
In realtà vivo da vent’anni al confine tra il Municipio IX e l’VIII, sulla via Laurentina. Per quanto riguarda la mia candidatura, posso dire che è mia intenzione prendermi cura di questo territorio, perché è ciò che un amministratore deve fare. Inoltre penso di avere dalla mia parte una certa competenza nel riuscire a far dialogare, a far lavorare insieme i comitati, le associazioni, gli assessori per sviluppare quella che, come accennavo, è una forma d’intelligenza collettiva. E può rappresentare un valore importante per questo territorio.
Questo municipio ha visto negli ultimi tre mandati alternarsi nell’ordine il centrodestra, il centrosinistra ed il M5s. Perchè, dopo aver puntato sui 5 stelle, gli elettori dovrebbero affidarsi di nuovo al centrosinistra?
Perchè hanno visto il risultato dell’amministrazione pentastellata. Vale per il IX municipio ma francamente anche per il resto di Roma. I cittadini, oggi più che mai oggi valutano sulla base di quello che vedono. Intanto sulla base della realtà. Poi c’è un secondo elemento, si punta sul centrosinistra perché si valuta una proposta. Io penso che Roma ha bisogno di cambiare e questo obiettivo si raggiunge puntando sull’innovazione. Ed il IX Municipio, da questo punto di vista, è in grado di essere un traino per l’innovazione dell’intera città. Lo so che sembra una frase già ascoltata, tuttavia mai come in questo caso è vera. E non mi riferisco solo all’Eur. Io credo che anche l’agricoltura possa essere un settore in grado di essere innovativop. Ma serve una visione che il M5s non ha avuto perché ha amministrato il territorio come fosse un’isola.
Il tema dei trasporti è molto sentito in un territorio così vasto che vede concentrare le linee metropolitane soprattutto all’Eur. Cosa farebbe, come presidente di Municipio, per favorire gli spostamenti di chi abita nelle periferie?
La mobilità è uno dei temi principali di questo territorio, sia per quanto riguarda i collegamenti interni che per ciò che concerne quelli con il resto della città. Penso al problema irrisolto della Roma Lido, a quello della Pontina ma anche ai filobus. Tuttavia non vorrei rispondere solo citando le criticità. Io credo che ci voglia una nuova modalità di approccio ai problemi, sapendo che abbiamo risorse nuove che il Recovery mette a disposizione. Ed allora bisogna innanzittuto lavorare puntando ad una città dei 15 minuti, un progetto di sviluppo urbano che consenta, come fatto a Parigi e come si sta facendo a Milano, di superare la distanza tra centro e periferia disastrata. Bisogna lavorare per rendere i servizi a portata di tutti. E’ quella la strada per migliorare la mobilità.
E come si raggiunge un obiettivo del genere?
Serve un modello di rigenerazione che, ripeto, consenta di dislocare tutti i servizi in un perimetro limitato. Non vorrei sembrare una sindacalista, ma il modello di produzione fordista, che aveva spinto a costruire città distinguendo i luoghi del lavoro da quello dove si vive e si dorme, è superato. E’ cambiato il lavoro, è cambiato il processo produttivo e quindi deve cambiare anche l’organizzazione della città. Ma per arrivare a questo serva una visione complessiva che, una volta attuata, ha conseguenze importanti anche sul piano della mobilità.
Sempre restando in periferia, quali ritiene che siano gli interventi più urgenti?
Nei primi 100 giorni vorrei lavorare alla realizzazione d’ un patto per lo sviluppo del municipio. Si raggiunge, chiamando le associazioni di rappresentanza la società civile, per disegnare insieme le priorità del territorio. E’ vero che i municipi hanno poteri limitati e bisogna fare riforme istituzionali. Ma ci sono risorse che possono essere messe a regime se si propone un sistema. Detto questo sono consapevole che ci sono territori che, mentre noi parliamo di avvicinare i servizi, non hanno neppure le opere di urbanizzazione primaria. E ritengo che sia necessario intervenire sul tema delle diseguaglianze ma lo si fa solo cambiando la visione della città.
Di Salvo, da molti anni non c’è più in questo municipio una presidente donna. Pensa possa rappresentare un valore aggiunto, in tal senso, puntare su una candidata di genere femminile?
Penso che sia molto importante avere delle donne nell’amministrazione della cosa pubblica. C’è una ricerca della Banca d’Italia che dimostra che laddove ci sono le donne alla guida ci sono anche più investimenti nel sociale ed una minore corruzione. So che viviamo in una città amministrata da una sindaca che non ha governato bene, ma io credo che sia molto importante puntare sulla valorizzazione del ruolo delle donne nell’amministrazione. Anche perchè, quando ci si investe, migliora pure la politica.